Per molti di noi, andare in bicicletta ha rappresentato una delle prime attività fisiche di una certa rilevanza, sotto gli sguardi vigli ed attenti di genitori, nonni o fratelli maggiori.
Quei primi viaggi solitari ci hanno fatto amare questo splendido mezzo di trasporto, che nel corso nel tempo ha cambiato per sempre le modalità di trasporto all’interno delle comunità urbane, sostituendo prima il cavallo e, dopo l’avvento dell’automobile, diventando una valida alternativa alle quattro ruote.
In questo articolo parleremo della giornata mondiale della bicicletta, osservando i punti salienti che hanno portato a questa scelta.
Ma prima, ci sembra doveroso un piccolo cenno storico su questo meraviglioso veicolo.
Storia della bicicletta
Nel Codice Atlantico (la più grande raccolta di scritti e disegni di Leonardo da Vinci) esiste il disegno di un progetto di bicicletta, risalente al 1493, che ha scatenato un accesso dibattito sulla possibilità che Leonardo sia stato il primo ad aver pensato e concepito l’idea della bicicletta.
Il celebre disegno, contenuto nel foglio 133 del Codice, è stato oggetto di grandi dispute, ed oggi gli studiosi sono ancora largamente divisi tra chi sostiene che si tratti di un falso (una copia di un progetto appartenuto al grande Toscano realizzata da un allievo o da un assistente, o addirittura una totale falsificazione ad opera, forse, di Augusto Marinoni, uno dei maggiori studiosi di Leonardo che si occupò della pubblicazione integrale del Codice nel 1972) e chi invece ne affida la paternità a Leonardo stesso.
Una seconda “prima invenzione” della bicicletta è il cosiddetto celerifero, un prototipo di veicolo a due ruote risalente al 1791. L’autore sarebbe un nobile francese, Mède de Sivrac. Il condizionale è d’obbligo, perché le prime tracce del conte de Sivrac e del suo celerifero (sui cui permangono i dubbi sulla reale esistenza di entrambi) risalgono a circa un secolo dopo, quando il francese Louis Baudry de Saunier iniziò a parlarne per screditare l’invenzione che vedremo tra poco (in nome di una presunta superiorità dei francesi rispetto ai tedeschi).
L’invenzione della bicicletta, o quanto meno della sua più diretta antenata, è quindi da attribuirsi al tedesco Karl Drais, che tra il 1815 ed il 1817 diede vita alla draisina (da lui definita “Laufmachine”, macchina da corsa), un mezzo in legno con due ruote allineate, sella e manubrio, ma priva di pedali e freni: per muoversi, il guidatore doveva puntare i piedi sul terreno e darsi la spinta, utilizzandoli anche per frenare.
Seguiranno poi diverse modifiche, come il velocipede, il biciclo e la safety bicycle, realizzata nel 1884 dall’inglese John Starley e considerata come l’antesignana della bicicletta moderna: ruote della stessa dimensione e trasmissione a catena, ottenne un grandissimo successo.
Nel corso del Novecento, la bicicletta acquisterà sempre più prestigio, diventando un mezzo deputato non solo agli spostamenti, ma anche alle competizioni sportive (basti pensare al successo della mountain bike o alla nascita di competizioni come il Giro d’Italia ed il Tour de France) e destinato ad entrare nel mondo del lavoro (per corrieri e fattorini).
La Giornata mondiale della bicicletta
Il 3 giugno ricorre la data della Giornata mondiale della bicicletta, istituita per riconoscere e celebrare i benefici sociali ed ambientali della bici, un mezzo di trasporto economico, affidabile ed ecologico.
L’idea si deve al professor Leszek Sibilski, sociologo polacco naturalizzato americano con un passato da ciclista su pista di livello, da sempre impegnato nella promozione dello sport.
Nel febbraio del 2015, il professo Sibilski pubblica un articolo intitolato “Il ciclismo è affare di tutti”, in cui la bici diventa un simbolo di uguaglianza, capace di rappresentare tutta l’umanità, a prescindere dal colore della pelle, dall’etnia e dal ceto sociale. La campagna per l’istituzione di una giornata dedicata alla bici è di fatto iniziata.
L’idea viene rilanciata per altri due anni, sino ad arrivare al 12 aprile 2018, data in cui le Nazioni Unite indicano il 3 giugno come Giornata mondiale della bicicletta, attraverso una risoluzione votata da tutti i 193 stati membri dell’Assemblea generale.
Con la Giornata mondiale della bicicletta, le Nazioni Unite riconoscono il ciclismo come una risorsa dai grandi benefici sociali, ambientali ed economici, in grado di contribuire alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (una lista di 17 obiettivi da raggiungere per ottenere un futuro migliore e sostenibile per tutti).
L’importanza del ciclismo
L’uso della bicicletta rappresenta un modo per diffondere la cultura sportiva e la cura per il corpo, visto che una pratica costante ha un impatto positivo sul fisico, mantenendolo in forma e riducendo il rischio di malattie cardiache ed ictus.
Andare in bici è economico, quindi aperto a tutti: è un mezzo di trasporto che incita l’inclusione sociale, il rispetto reciproco e la tolleranza, perché chiunque può utilizzarla.
La bicicletta migliora la mobilità nelle città, sempre più paralizzate dal traffico, ed il suo utilizzo in luogo dell’automobile contribuisce all’abbattimento delle emissioni, migliorando la qualità dell’aria.
La Giornata mondiale della bicicletta vuole sottolineare quanto appena osservato, e con la sua istituzione le Nazioni Unite vogliono spronare gli Stati membri ad includere la bicicletta nelle politiche e nei programmi di sviluppo nazionali ed internazionali.
Ripensare i sistemi di trasporto, investire in infrastrutture dedicate, promuovere iniziative per organizzare gite in bicicletta, sia a livello nazionale che locale, sono i mezzi attraverso i quali le amministrazioni possono incentivare l’uso della bicicletta e diffondere la cultura del ciclismo all’interno della società. Qui potrai approfondire perché converrebbe muoversi in città utilizzando una bicicletta.